LUIGI TESTAFERRATA

I cenci e la vittoria (romanzo)

Estate 1944. Il passaggio della guerra dalle pendici del Monte Albano presso Empoli visto con gli occhi di un ragazzo. Cronaca minuta e Storia, e una grande fantasia. I cenci sono la condizione, il dato umano e sociale degli Italiani stretti in uno scontro fra Alleati e Tedeschi, e la liberazione, la fine dell’incubo, sarà, per contro, una particolare vittoria. Il romanzo è anche un sapiente racconto della maturazione di un adolescente ed è un’occasione per l’autore per restituire sensazioni uniche di un’esperienza straordinaria in un ambiente naturale, ecologico si direbbe oggi, di particolare fascino.

Il mondo contadino, i monti di Leonardo, uno scenario bellissimo di boschi, caseggiati e pievi occupati dagli strateghi tedeschi che studiavano operazioni grandiose. Neozelandesi, Americani, Inglesi che si attardavano di là dall’Arno; mentre ancora il sole di quell’estate come sempre ingialliva le messi, le farfalle volavano, le stelle nelle sere limpide riempivano di stupore.

Gli aspetti poetici in questo libro non sono davvero marginali. Chi legge se ne rende conto e, al di là della vicenda, troverà forse proprio in questi una profonda ragion d’essere dell’opera, un suo ben preciso valore.

16,50

Esaurito

Dettagli

Dimensioni 13 × 21 cm
Pagine

288

Copertina

rigida, con sovracoperta

ISBN

L'Autore

LUIGI TESTAFERRATA

LUIGI TESTAFERRATA

LUIGI TESTAFERRATA (Empoli 1932-2021), formatosi alla scuola di Giuseppe De Robertis, ha insegnato, per ventitré anni, Italiano e Latino nei Licei ed è stato preside del Liceo Ginnasio “Virgilio” della sua città.
Ha pubblicato un volume di studi dannunziani, D’Annunzio paradisiaco (Firenze 1972), e quattro romanzi: L’Altissimo e le rose (Reggio Emilia 1980, finalista al Campiello 1980, premio Chiavari 1981), Placide pene d’amore (Reggio Emilia 1983), Tenera come colomba (Firenze 1987, premio Enna-Savarese e premio Sirmione-Catullo), Perché ho ammazzato Leopardi? (Milano 1990).
Ha tradotto le Favole di Fedro (Firenze 1977), l’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam e le Metamorfosi di Ovidio (Roma 1978).
Ha collaborato a “La Voce Repubblicana” ai tempi di Ugo La Malfa, a “Il Giorno” diretto da Guglielmo Zucconi, a “Il Giornale” e a “La Voce” di Indro Montanelli. Scrive su “Bell’Italia” di Giorgio Mondadori, su “Erba d’Arno” di cui è redattore e su “Toscana Qui” diretta da Giorgio Batini per l’editore fiorentino Bonechi.