LUIGI TESTAFERRATA

Salutami Toscana

Un inno, senza un briciolo di retorica, alla migliore Toscana” così scrive Paolo Ermini nel presentare più di 150 elzeviri, apparsi dall’ottobre 2009 al luglio 2014 nel “Corriere Fiorentino”. E in una nota, sempre a corredo del libro, Alberto Busignani tiene però a sottolineare che Testaferrata “ha reinventato per noi l’elzeviro, in una sua misura più ridotta e veloce, ma capace, nel giro delle millecinquecento-duemila battute, di fermare un paesaggio, di metterci dentro uomini e cose, di resuscitare poeti, di trasformare la malinconia in storia o storie dell’anima, di fare insomma letteratura di grana fine, tanto da meritare che queste sue pagine vengano raccolte in un libro”.

15,00

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Dettagli

Dimensioni 13 × 21 cm
Pagine

212

Copertina

con risvolti, flessibile

ISBN

L'Autore

LUIGI TESTAFERRATA

LUIGI TESTAFERRATA

LUIGI TESTAFERRATA (Empoli 1932-2021), formatosi alla scuola di Giuseppe De Robertis, ha insegnato, per ventitré anni, Italiano e Latino nei Licei ed è stato preside del Liceo Ginnasio “Virgilio” della sua città.
Ha pubblicato un volume di studi dannunziani, D’Annunzio paradisiaco (Firenze 1972), e quattro romanzi: L’Altissimo e le rose (Reggio Emilia 1980, finalista al Campiello 1980, premio Chiavari 1981), Placide pene d’amore (Reggio Emilia 1983), Tenera come colomba (Firenze 1987, premio Enna-Savarese e premio Sirmione-Catullo), Perché ho ammazzato Leopardi? (Milano 1990).
Ha tradotto le Favole di Fedro (Firenze 1977), l’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam e le Metamorfosi di Ovidio (Roma 1978).
Ha collaborato a “La Voce Repubblicana” ai tempi di Ugo La Malfa, a “Il Giorno” diretto da Guglielmo Zucconi, a “Il Giornale” e a “La Voce” di Indro Montanelli. Scrive su “Bell’Italia” di Giorgio Mondadori, su “Erba d’Arno” di cui è redattore e su “Toscana Qui” diretta da Giorgio Batini per l’editore fiorentino Bonechi.