Marco Romanelli, fiorentino, è amico e collaboratore di “Erba d’Arno” dal 1988, quando pubblicò sul numero 34 della rivista il suo primo articolo di critica letteraria. All’epoca Romanelli insegnava Lettere alle superiori, e ha continuato a farlo fino al 2010 quando ha raggiunto (purtroppo e per fortuna) l’età della pensione. Il pensionamento, però, non ha segnato una pausa nella sua attività di saggista e narratore, che anzi si è estesa a importanti iniziative editoriali e a una collaborazione con l’Università di Firenze come docente a contratto di Grammatica Italiana. Oltre che su “Erba d’Arno” ha pubblicato sulle principali riviste di cultura (“Paragone”, “Studi Novecenteschi”, “Allegoria”, “MicroMega”) e ha curato edizioni di classici italiani (Verga, Svevo, D’Annunzio) e stranieri (Defoe, Maupassant, Conrad). Fra i suoi lavori più impegnativi spiccano una Storia e Antologia della Letteratura Italiana (1998), un commento ai Promessi Sposi (2002), un commento alla Divina Commedia (2012), il saggio Cantando come donna innamorata. Dante e la musica (2015).

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